Ti è mai capitato di leggere dei post che hanno un inizio ma non una fine? A me sì, e ammetto che la cosa mi dà piuttosto fastidio.
Chiudere un post è importante tanto quanto iniziarlo. Un finale senza senso, piatto o – peggio – inesistente, contribuisce a far passare al lettore un messaggio sbagliato, del tipo “ehi, vai via di qui” al posto di “rimani con me e torna a trovarmi quando vuoi”.
Per questo oggi voglio darti alcuni suggerimenti per aiutarti a trovare una degna conclusione per i tuoi post: non ci sono regole o schemi che funzionano meglio di altri, il mio consiglio è, come sempre, quello di provare e sperimentare.
Finire un post, la palla a chi legge
Si tratta del metodo classico: chiedere alle persone di raccontarti la loro esperienza, di rispondere ad una domanda, di darti un parere sulle cose che hai scritto. Attenzione: visto che è super frequente imbattersi in conclusioni di questo tipo, usa l’invito al commento solo quando ha senso farlo, ad esempio quando il tema che tratti è controverso o può alimentare uno scambio di idee tra i lettori.
Esempio. Handmade e copia: casi e soluzioni, C+B
“In ogni caso, chi copia è un passo indietro a te, quindi prosegui per la tua strada! Se ti è capitato di copiare, non farlo più, se vuoi vivere di questo lavoro usa le tue risorse e avrai sicuramente più soddisfazioni. E tu, sapevi la differenza tra copyright e diritto d’autore? Ti è mai capitato di essere copiata? Come ti sei comportata?”
Chiudere il cerchio
Quest’approccio è il tuo salvagente se sei a corto di idee e fai fatica a trovare la fine. Guarda quello che hai scritto all’inizio del post, riformula l’introduzione e usala per tirare le fila del discorso.
Puoi anche riassumere i punti salienti dell’articolo per dare modo a chi legge di memorizzare i concetti chiave.
Esempio. Che cos’è una linea editoriale, Zandegù
“La linea editoriale è indispensabile per un aspirante scrittore perché lo indirizza verso chi, davvero, può essere interessato alla sua opera, prenderla nelle proprie mani e farle fare il salto.”
Riflessioni e ispirazioni
Hai presente quei post che, quando finisci di leggerli, vorresti alzarti in piedi e applaudire all’infinito? A me succede quando chi scrive riesce a lasciarmi un insegnamento. A stimolarmi. A darmi la carica per fare qualcosa. Come nel post qui sotto.
Esempio. Scrittura creativa. Si può stimolare?, Digitalic
“Per chiudere, lascia che ti dia qualche consiglio: sii clemente con te stesso; ama ciò che fai; non giudicarti; divertiti; gioca. Scrivi molto, sbaglia tanto. Affaticati e sorridi. Perché solo così – forse – anche la creatività ti sorriderà.”
Il bello dell’attesa
È un po’ come quando nelle serie TV, prima dei titoli di coda, ti condensano in 30 secondi alcune scene di quello che accadrà nella puntata successiva – che andrà in onda tra una settimana – e tu muori dalla curiosità: lui bacerà lei? Lei vorrà ancora stare con lui? Arriveranno gli unicorni a salvare la città dagli zombie?
Il concetto è questo: l’attesa aumenta il desiderio, il desiderio di sapere come andranno avanti le cose.
Questo si può fare anche sul blog: se hai in progetto di parlare di un argomento lungo, molto lungo, puoi impostare il tuo calendario editoriale con una serie di post che riguardano quel tema e chiudere ogni articolo con un assaggio di quello che scriverai la prossima volta. Così farai crescere l’interesse delle persone, che non vedranno l’ora di leggerti.
Esempio. Progettare un sito internet: fare ricerca per prendere decisioni migliori, Ivan Rachieli
“Sulle interviste di ricerca ci sono un sacco di cose da dire: per questo ho deciso di parlarne in un articolo a parte – il prossimo di questa serie, in cui vi racconterò nel dettaglio come si progetta, organizza e conduce una sessione di interviste di ricerca.”
*Dal principio alla fine: questi sono solo alcuni piccoli esempi o “pillole” degli infiniti e stuzzicanti modi di concludere un post; modi per fare stimolare la tua originalità a trovare la parola… che chiude. Alla prossima pillola!
*finale a cura di Laura Armandola 🙂