Che periodo, eh?
Difficile da raccontare, complesso da gestire. Siamo sopraffatti da un tumulto di sentimenti che si aggrovigliano dentro, proprio lì alla bocca dello stomaco.
Sentiamo continuamente in loop il brusio di sottofondo del “lavati spesso le mani”, leggiamo notizie più o meno veritiere, viviamo la reclusione forzata in modo sempre più opprimente, come una mano fastidiosa pronta a premere sulla gola.
Dobbiamo esercitare la pazienza, tirare fuori la determinazione, essere forti.
Vorrei essere ottimista e dirti che l’emergenza Coronavirus finirà presto, che #andràtuttobene ma non ho le competenze per fare alcun tipo di previsione, al contrario dei soliti leoni da tastiera plurilaureati che commentano, si arrabbiano, fomentano.
Le paranoie che (giustamente) ci attanagliano
È un momento in cui tutti ci stiamo interrogando su salute, vita personale, situazione economica, attività lavorativa.
Su quest’ultimo fronte mi va di dire la mia condividendo alcune riflessioni che ho fatto in questi giorni e che vanno nella direzione di rispondere a dubbi del tipo: posso ancora generare contatti in giornate di crisi come queste? Evito l’argomento e continuo a comunicare come ho sempre fatto o meglio stare in silenzio per un po’? Approfitto della situazione e mi invento qualcosa per portarmi a casa qualche lavoro nuovo?
Lo faccio aiutandomi con degli esempi concreti per fare chiarezza e darti qualche spunto extra.
Le parole hanno un peso sempre, ma ancora di più oggi
Quando il Coronavirus ha iniziato a diffondersi in modo importante, quando l’Italia non era ancora blindata del tutto e le solitarie strade di campagna vicino a casa si sono trasformate nella nuova Via Palestro di Ivrea (come dire Via del Corso a Roma), mi sono imbattuta in questa pubblicità
e questa
In ordine mi sono arrabbiata, indignata, vergognata delle agenzie in grado di concepire un abominio simile.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: le parole sono importanti, sempre, ma in questo periodo un po’ di più. Di scandali e brand che provano a farsi pubblicità in situazioni di emergenza ce ne sono già stati in passato (ricordi il tweet di Groupalia dopo il terremoto in Emilia?) ma la storia ci insegna che non abbiamo imparato un bel niente.
C’è gente che soffre, c’è gente che muore. Ci sono persone che stanno vivendo il dolore per la perdita di un parente, di un amico, dell’amato.
Ci vuole più rispetto e sensibilità.
Con questo non voglio dire che finché l’emergenza non sarà finita bisogna stare in silenzio e smettere con qualsiasi attività, ma è giusto fermarsi e ripianificare la propria comunicazione in funzione di quello che sta succedendo.
Ti sei chiesto se:
- i tuoi contenuti di blog, newsletter e social devono essere ripensati e rivisiti?
- ha senso portare avanti tutte le campagne promozionali attive o c’è qualcosa che puoi rimandare/mettere in pausa?
- i testi degli annunci e delle landing page vanno bene o in qualche modo possono urtare la sensibilità di qualcuno, visto il momento?
Per dire, l’altro ieri ho ricevuto la pubblicità di una compagnia assicurativa che mi proponeva un codice sconto per stipulare con loro l’assicurazione sanitaria per il mio prossimo viaggio 🙁
Esempi belli da cui farsi ispirare
Il turismo è senza dubbio uno dei settori che sta soffrendo di più. Prenotazioni cancellate fino a chissà quando e tante, tantissime incertezze sul futuro.
Lo sa bene PiratinViaggio che, nel giro di poco e a più riprese, si è ritrovato a dover rivedere tutta la sua comunicazione online, facendo un ottimo lavoro:
Per chi non ha voglia di leggere tutto, faccio qui sotto una sintesi della nuova strategia di comunicazione di PiratinViaggio.
- Per essere vicino al suo pubblico, il brand ha creato una pagina ad hoc sul sito con tante informazioni legate al Coronavirus e ai viaggi.
- Ha ridotto fortemente il piano promozionale con offerte molto distanti nel tempo e cancellabili.
- Ha annunciato che pubblicherà una serie di contenuti per rendere la vita più piacevole finché non si potrà viaggiare di nuovo (tour virtuali, nuovi servizi).
Restando nella dimensione del viaggio, anche Lonely Planet si sta comportando in modo ineccepibile, a partire dal suo post dell’11 marzo.
Da lì in poi la sua comunicazione sui profili social è tutto un susseguirsi di contenuti di approfondimento su particolari destinazioni, ebook con libri e film a tema viaggi, quiz divertenti e simpatici da fare con i vicini (come scrivono loro, dal balcone).
Cosa ci insegnano PiratinViaggio e Lonely Planet:
- conoscere bene il proprio pubblico è un tassello chiave per costruire contenuti che creano relazione e fiducia;
- nulla è perduto, anche in un momento tragico si può essere in prima linea senza speculare;
- ci sono tanti modi per essere visibili; pubblicare contenuti che educano e intrattengono aiutano a farsi ricordare (e scegliere in futuro).
Oltre al ritorno economico
Un’ultima cosa prima di chiudere: c’è qualcosa che puoi fare per essere più vicino ai tuoi clienti, sostenere il tuo business ad andare avanti ed essere solidale allo stesso tempo?
Io sto ancora facendo le mie valutazioni ma, nel frattempo, ti lascio con qualche idea:
- quasi tutti gli e-commerce hanno eliminato le spese di spedizione per incentivare l’acquisto online;
- i piccoli negozietti di quartiere si sono adoperati per la consegna a domicilio gratuita dei loro prodotti (per dire, io oggi mi sono fatta portare verdura e carne);
- alcuni formatori importanti hanno reso free l’accesso a parte dei loro corsi;
- molti magazine online danno la possibilità di leggere le loro riviste in abbonamento gratuito per tre mesi;
- atri professionisti hanno creato dei servizi solidali: consulenze a un prezzo speciale il cui ricavato verrà donato in beneficienza per la lotta contro il Coronavirus.
Per oggi è tutto, ti mando un abbraccio virtuale, qui possiamo ancora scambiarcelo 🙂
Hai trovato interessante questo articolo?
Iscriviti a Radici, la mia newsletter, per non perdertene più nessuno.