Microcopy: piccoli testi con un grande messaggio
Qual è la cosa peggiore che puoi fare quando partecipi come relatrice a un evento fighissimo e super interessante? Dimenticarti le slide a casa e fare brutta figura!
Ecco, io a quello non ci sono arrivata, ma ho pensato bene di scordare il cellulare: ho obbligato lo staff a una caccia al tesoro per consegnarmi il materiale necessario per lo speech, non potevo dare appuntamento alle persone che sapevo avrei incontrato lì, non sono riuscita a fotografare, twittare e fare tutte quelle cose social che sono solite durante una giornata come questa.
Che peccato! :(
L’intervento, comunque, è andato bene: ho parlato di quanto sia importante per chi ha un’attività online prendersi cura non solo dei soliti testi di un sito (home page, about page, sales page) ma anche del microcopy, quei brevi contenuti che tendono a essere dimenticati o messi in secondo piano rispetto al resto.
Mi spieghi meglio?
I microcopy sono così preziosi perché, se ben scritti, migliorano la percezione che le persone hanno del nostro marchio. Sono fatti di poche parole ma possono dare vita a un grande messaggio.
Il microcopy è un lavoro di precisione, ogni singolo termine è scelto in maniera mirata e consapevole per raggiungere un obiettivo definito. Con un buon microcopy:
puoi stringere relazioni con i potenziali clienti, abbattendo le distanze generate dalla tecnologia e facendo capire al tuo pubblico che il tuo marchio è fatto di persone;
ti rendi riconoscibile rispetto alla concorrenza, facendo emergere il tuo stile e i tuoi valori;
guidi il tuo pubblico sul tuo sito, aiutandoli a capire meglio cosa devono fare (acquistare i tuoi servizi, leggere una guida gratuita, approfondire sul blog);
metti in moto il tuo lavoro, stimolando le vendite e facendo crescere il fatturato.
Un esempio di microcopy ben scritto lo trovi nella home page di Spotify.
Ogni parola è studiata a puntino:
la musica è per tutti: una frase che ci immerge subito nel contesto, un valore in cui Spotify crede, un senso di condivisione che ci fa sentire subito a nostro agio;
milioni di brani: anche quelli più ricercati, anche quelli impossibili da trovare;
senza alcuna carta di credito: evviva, possiamo ascoltare musica senza spendere un soldo (allora la musica è davvero per tutti);
scarica Spotify free: un invito all’azione chiaro e che mette ancora più in evidenza il concetto di gratuito.
O ancora, questa meravigliosa breve descrizione tratta dal catalogo IKEA di quest’anno (tutto il copy del catalogo IKEA è super).
Io la trovo perfetta, qui non si racconta il prodotto in vendita, non si parla di piedini regolabili, di letti allungabili, di armadi a misura di bambino, ma delle sensazioni, della quotidianità che le persone vivono scegliendo IKEA (e che IKEA conosce benissimo).
Anche se non ci fai caso, il microcopy è dappertutto: i campi di un form contatti, il testo che invoglia a iscriversi a una newsletter, quello che invita ad accettare la privacy policy, i messaggi di errore, le call to action, i contenuti che inseriamo in uno slider, le brevi descrizioni di prodotto e via dicendo.
Ok, bene, ma da dove si parte per costruire un microcopy che funziona?
Come dicevo prima, scrivere un buon microcopy significa concentrarsi sui dettagli e, per poterlo fare come si deve, è importantissimo avere ben chiaro:
chi siamo
chi sono i nostri potenziali clienti
il modo in cui vogliamo raccontarci online.
Per avere una comunicazione (e di conseguenza un microcopy) coerente, bisogna lavorare sul tono di voce, sulle parole che scegliamo per dire quello che facciamo alle persone che ci interessa raggiungere.
Esistono toni di voce infiniti, non ce n’è uno migliore degli altri, quello che conta è usare un tono di voce chiaro, spontaneo,che ci rappresenti davvero.
L’ho già detto altre volte: è inutile improvvisare una comunicazione divertente se di natura non siamo spiritosi, il pubblico se ne accorgerebbe. E viceversa: se sei una persona ironica perché non aggiungi un pizzico di humor nei tuoi testi? Sono sicura che i tuoi contenuti acquisterebbero valore.
Per darti un esempio di come una stessa cosa possa essere detta con toni di voce differenti, mi sono inventata il microcopy di un motore di ricerca voli che vuole informarmi che il volo selezionato non è disponibile (il primo è un tono di voce più freddo, il secondo informale, il terzo amichevole).
Microcopy, consigli finali
Prima di lasciarti alle slide, ecco gli ultimissimi suggerimenti da appuntarti:
il tuo pubblico è il tuo miglior supporto: ascolta quello che dicono i tuoi clienti, quali vocaboli scelgono quando ti scrivono (nelle email, nel servizio clienti, sui social) e mescola le loro parole a quelle che useresti tu;
elimina tutto il linguaggio macchina, cioè tutti i contenuti standard che vengono proposti di default in un sito: i messaggi di errore, i campi di un form contatti, le pagine 404 e via dicendo. Se puoi, trasformali in un’opportunità per il tuo lavoro (come hanno fatto Hotels Click e Lavazza nelle loro 404);
fai sempre il tifo per il lettore: ci sono alcuni microcopy che tendono a sminuire chi c’è dall’altra parte dello schermo, facendolo sentire stupido. Frasi come: non mi interessa il tuo 10% di sconto, non voglio incrementare il fatturato, non desidero capire come risparmiare denaro, sono davvero poco carine e non aggiungono valore alla tua comunicazione online, anzi.
Ora le slide arrivano davvero: buon lavoro di microcopy e, mi raccomando, fammi sapere se hai dubbi o domande sull’argomento :)